BENEVENTO 25 GENNAIO 2003 - ROCCA DEI RETTORI

Nasce una Lega delle Leghe?

SINTESI DEGLI INTERVENTI

MOVIMENTO AUTONOMISTA TOSCANO (Alessandro Mazzerelli): "Il nostro movimento non è nato da una scissione della Lega Nord, bensì in sua contrapposizione. Già nel 1966, don Lorenzo Milani parlava di Europa dei Popoli, ipotizzando un Belgio con struttura federale. E’ necessario tornare alle origini dell’autonomismo così come voleva Bruno Salvadori, in cui si teorizzava il rispetto delle singole autonomie ed ogni movimento similare all’altro poiché la gente può essere rappresentata non certo dai partiti politici. E se ciò era valido ieri, figuriamoci oggi. Bossi ha tradito tali aspettative perché la sua Lega Lombarda ha inglobato e triturato tutti i movimenti, a cominciare dalla Liga Veneta. Il M.A.T. nasce nel 1989 e si batte per l’autonomismo perché questa è una grande ricchezza ed anche per difendere il principio "ognuno a casa propria" intendendo per ciò la lotta all’invasione extra — comunitaria, presenza potenzialmente aggressiva nel nostro Paese. Di esempi in Toscana ce ne sono tanti. Abbiamo il problema di difendere i nostri cittadini stando loro vicini, perché i movimenti autonomistici non hanno interessi ideologici che si assommano ai decenni passati, sono quelli che rivendicano culture e radici ed il diritto di vivere in pace nella terra in cui si è nati. Se non si ha idea di tutto ciò, si perde soltanto tempo".

VENETO SERENISSIMO GOVERNO (Valerio Seraglia): "Il Governo Italiano continua a tenere in carcere i nostri patrioti, nonostante le rassicurazioni del Ministro Castelli. Il Veneto Serenissimo Governo erede e continuatore storico della Serenissima Repubblica, e rappresentante del popolo Veneto, si compiace con i promotori di questo importante forum. Intendiamo eliminare qualsiasi equivoco rispetto ai rapporti con l’Italia: noi siamo indipendentisti e riteniamo impossibile federarci con uno Stato fantoccio qual è l’Italia. Pertanto proponiamo una commissione degli Stati pre — unitari e pre — giacobini per stabilire i limiti territoriali, in particolare sul referendum che nel 1866 ha annesso il Veneto all’Italia".

 

LEGA SANNITICA (Massimo Pacilio): "Dobbiamo registrare negli ultimi tempi che si parla meno di federalismo e sempre più di devoluzione che riporta alla mente un’idea di elargizione. Quando invece il federalismo è un’unione di popoli che garantisce pari dignità a tutti. Il Sud a mio avviso non deve affatto temere il federalismo e nel caso concreto il Sannio deve sapere che il federalismo potrebbe consentirgli di sfruttare tutte le proprie risorse. La storia ci insegna che quando il Sannio ha avuto una struttura federale ha avuto un ruolo importante, anche con i longobardi. Quando poi c’è stata la svolta centralistica, questa terra è risultata essere marginale e ciò e accaduto sia con Napoli che con Roma. Noi crediamo ad un terzo Sannio, non rifacendoci alla Lega Sannitica od al Ducato Longobardo come modelli da applicare, bensì come insegnamenti della storia. Vorremmo piuttosto porre all’attenzione un Terzo Sannio, come Regione Sannita Unita che ricomprenda tutte le popolazioni e culture che l’hanno formato ovvero l’Irpina, il Molise e la Provincia di Benevento, affinché questa nuova unità amministrativa possa giocare di nuovo un ruolo importante nel Sud. Non c’è un’altra via. Riteniamo che quando si afferma il centralismo, inevitabilmente il Sannio è svantaggiato. Credo che la forma mentis di buona parte della popolazione del Sud si esprime con il federalismo. Un federalismo radicale, che attinga direttamente alla profondità ed alle radici dei vari popoli italiani è l’unica via che possa garantire in questa fase storica una reale riforma istituzionale. Sono scettico rispetto alla devolution, perché sovrappone ad una condizione esistente un ampliamento di poteri che non corrisponde al reale profilo etnico, attualmente esistente in Italia. Si accetta il "già dato" come perfetto e si ampliano i poteri locali. Ma questa non è una vera riforma. Ci sarà una vera riforma, a nostro avviso, quando il federalismo sarà radicato ed espressione delle varie culture. Questa sarà la vera riforma, di cui il Sud non deve avere affatto paura. A nostro avviso soltanto un federalismo radicale potrà essere risorsa da trasmettere alle generazioni future. Sempre che le generazioni future rimangano italiane".

ASSOCIAZIONE AMICI DI AUSONIA (Giovanni Nicodemo): "Oggi si parla tanto di federalismo senza sapere di cosa si parla. Sono totalmente contrario al federalismo ed alla devolution di Bossi per una semplice ragione. Bossi prende il federalismo per il Nord, creando al Nord stesso e lasciando il Sud un sistema centralistico e burocratizzato. Quello di Bossi sarebbe una riproduzione netta, chiara, palese della burocrazia di Roma riportata al Nord. Questo non è federalismo, perché il concetto di autonomia ha natura pattizia e contrattualistica che forma le comunità locali dal basso e non certo dall’alto. Non deve essere calato nessuno status quo o privilegio dall’alto. Il federalismo vero si forma dal basso attraverso il cosiddetto "patto", delle comunità che si formano sulla base di ciò. Ribellandosi se i loro governanti lo violano. La comunità federalista è aperta ed è l’idea che dobbiamo portare avanti. Mi chiedo perché il 60% di quello che guadagniamo debba andare a finire nelle mani di una burocrazia che non offre servizi di qualità. Come federalista ed autonomista mi rifiuto di pagare le tasse a questo Stato ladro, di lavorare per loro. La vera base da cui partire è quella della secessione personale e non certo le strutture burocratiche che Bossi intende riproporre. Il federalismo è anche negazione di tutte le corporazioni statuali, perché la comunità è libera ed una società aperta non può accettarle. Mi vengono in mente gli esempi dell’ordine dei giornalisti o delle associazioni sindacali. Le proposte sono quelle del federalismo fiscale, inteso come autonomia di entrata e di uscita, fermo restando gli opportuni controlli sulle burocrazie; l’abolizione di tutti gli ordini professionali e corporativi che rispondono alla logica di uno Stato che controlla la vita di tutti. Infine sull’Islam e la nostra civiltà, credo debba essere applicato e fatto rispettare il principio della reciprocità chiedendo la costruzione di chiese nei paesi mussulmani, così come avviene da noi per le moschee".

LEGA PADANA LOMBARDIA (Roberto Bernardelli): "Ringrazio innanzitutto gli amici della Lega Sud Ausonia che ci hanno invitato a partecipare a questo forum. Voglio fare subito chiarezza sul fatto che l’idea di Bossi non è mai stata federalista perché lo è stato a modo suo. Dicendo tutto ed il contrario di tutto. Forse l’unico federalismo che interessa a questo Ministro della repubblica italiana è quello che accentri tutto il potere burocratico a Roma. Ci ha messo 15 anni per sedersi su quello scranno. La devolution di Bossi è la più grossa presa in giro di quelle che fanno parte del suo bagaglio politico. È un qualcosa di cui non sa quali siano i temi. Non ha saputo rispondere pensate alla stampa, a proposito sulle competenze ed il ruolo della polizia regionale che si andrà a sommare a quella già esistente sul territorio. Io provengo da una Regione dove la sanità di fatto è già stata devoluta e nulla potrà essere cambiato, mentre con la Riforma Moratti le scuole e gli istituti hanno già propri programmi autonomi. Non occorreva certo la devoluzione di Bossi per unire il quadro politico italiano. Adesso Bossi è il notaio di un’involuzione democratica del nostro Paese con un presidenzialismo accordato al Presidente Berlusconi, in cambio di questa presa in giro che si chiama devoluzione, dove per noi movimenti autonomistici è difficile partecipare alle elezioni. Questo a dimostrare appunto un’involuzione democratica dove chi c’è deve restare ed è ad escludendum di tutti gli altri. Io vivo in una Regione dove c’è voluta la Lega Nord per fare il ponte sullo Stretto di Messina! Un ponte che non ha voluto nessuno, o meglio, voluto da alcuni ambienti malavitosi della Sicilia che rappresenta il prezzo che Berlusconi ha dovuto pagare per conquistare i seggi siciliani. Chi governa ha il dovere di garantire al proprio popolo il diritto all’autodeterminazione, che significa anche poter uscire dall’Italia e da quest’Europa super — nazionale, dove i cittadini non hanno diritti e stanno sempre più lontani da chi decide. Siamo molto critici nei confronti di quest’Europa che non è certo quella dei Popoli. Nessuno ci ha mai chiesto se vogliamo entrare nell’Europa e ciò che chiediamo è il diritto all’autodeterminazione, come hanno fatto molti altri stati democratici. Il tradimento di Bossi per noi è stato molto grande perché ha distrutto il sogno di un Nord libero, con tutto il rispetto per il Sud. E’ giusto che ciascuno vada avanti per la propria strada".

LIGURIA NUOVA (Mario Di Spigna): "Il federalismo nasce come esigenza di un maggiore controllo dal territorio, e non certo l’uovo di Pasqua della Lega di Bossi, come evoluzione di una situazione già esistente. I due poli non lo vogliono ed il perché è molto chiaro: si metterebbero in crisi i partiti centrali, costretti a cedere i poteri ai loro rappresentanti periferici. Si sgretolerebbe finalmente questo sistema vecchio, corrotto e decrepito, dal momento. Ecco perché non si vuole dare poteri alle periferie: l’acquisizione a livello politico rappresenta la loro morte. Vedere oggi forze autonomiste che non vengono ad arroccarsi sulle proprie posizioni, rappresenta senza dubbio un buon punto di partenza. La difesa del nostro territorio è un impegno che presenta parecchi ostacoli, a cominciare dall’organizzazione interna. A volte è mal sopportata una certa disciplina all’interno di certe formazioni: forse perché siamo uomini con una coscienza libera e non asservita. Il confronto ed il coordinamento perché riteniamo il nostro territorio, migliore dell’altro. Anche il problema dei finanziamenti è forte e forse rappresenta l’ostacolo maggiore; però più i pensieri sono forti meno occorrono soldi. Bisogna dare credibilità alla gente, alle aziende di piccole — medie dimensione in un mondo dove tutto il potere economico tende ad accentrarsi nelle mani di poche, grandi oligarchie economiche. Gli obiettivi non sono poi così lontani perché oggi abbiamo sottoccupazione, divario crescente fra ricchi e poveri, sfiducia nella classe politica, aumento del terrorismo, mancata ridistribuzione del reddito mondiale, lo sbocco sempre più difficile sui mercati mondiali. Queste sono le condizioni che accelerano i processi storici. Non dobbiamo credere che i nostri orizzonti siano così lontani".

LEGA SUD AUSONIA — SICILIANI (Giuseppe Ajello): "Vengo da una terra - la Sicilia - dove da più di 50 anni manca l’acqua e quando sento che vogliono costruire un ponte sullo Stretto, mi arrabbio e non poco. Di quaqquaraqquà non ne abbiamo più bisogno! Quando si parla di Lega per tanti anni si è pensato solo a Bossi, ed alcuni ignorano che adesso quest’ultimo è sceso in Sicilia solo per motivi elettorali. Mi sono candidato per due volte nella mia città con la Lega Sud Ausonia, Caltanissetta, perché come tanti altri voglio tornare ad essere padrone a casa mia".

LOMBARDIA NAZIONE (Angelo Baraggia): "Il punto principale per noi è l’indipendenza dei singoli popoli che poi possono decidere di federarsi. Siamo qui per confrontarci ed anche per trovare un simbolo, un nome che rappresenti qualcosa di valido e di nuovo da contrapporre a Bossi. Proveremo il prossimo Marzo con il Fronte Cristiano che rappresenta quello che la gente adesso vorrebbe: si oppone all’Islam, ai poteri forti dell’Occidente inteso come Stati Uniti. La parola "cristiano" affonda nelle nostre radici storiche, tradizioni ed identità. L’alternativa potrebbe essere quella di comitati contro l’Europa dei banchieri e delle burocrazie o comunque qualcosa di nuovo e diverso dai tentativi che sono stati fatti per copiare la Lega".

LEGA SUD AUSONIA (Gianfranco Vestuto): "Credo che il forum di oggi abbia centrato gli obiettivi che si era prefisso: quello principale di portare il dibattito federalista al Mezzogiorno, che ha tutte le potenzialità per poter uscire fuori con le forze autonomiste che qui sono oltre 200. Inoltre abbiamo dato il benservito alla devolution di Bossi, definito come traditore di un sogno che secondo me deve continuare a vivere. Guai a dare per finito questo sogno: questo non solo per i popoli del Nord, ma anche per i tanti che al Sud si sono battuti. Non sono i simboli che ci uniscono. Sono gli ideali quelli per i quali vale la pena combattere: ognuno di noi deve avere l’obiettivo di essere padrone a casa propria. La vostra presenza testimonia che il mondo federalista non sta con Bossi! Bossi è finito e voi siete i testimoni di quel sogno! Il sogno continua, non certo la devolution! Come è possibile far passare per federalismo un progetto calato dall’alto? Né tantomeno il Ministro — o’ Ministro, come lo chiamiamo noi - si metta in testa di non ascoltare anche dalle nostre parti le forze autonomiste! Noi non permetteremo tutto questo: ormai sa bene che è stato chiuso e stretto in un angolo e che ogni tentativo di divincolarsi è inutile. Noi difenderemo le nostre battaglie, il vero federalismo, in un Sud che per 700 anni è stato indipendente. Non saranno certo 142 anni di regime unitario a cancellare sette secoli di autonomia! Il contesto italiano ormai è superato. Siamo portatori di un progetto — Ausonia — che fa riferimento ad una macro regione storicamente esistita, in ricordo dei primi popoli che scelsero di vivere nel Sud, che si misura con l’Europa con un Parlamento ed istituzioni autonome, nell’Europa dei popoli. Sono sicuro che l’evento di oggi avrà un seguito. Se l’obiettivo comune è quello di creare un patto di popoli che vogliono la propria libertà e si fonda sul vero federalismo, sappiate che oggi questo patto nasce!"


IL TELEGRAMMA DI ADESIONE DEL SINDACO DI IESOLO MARTIN


IL SALUTO DEL PRESIDENTE DEL
VENETO SERENISSIMO GOVERNO LUIGI MASSIMO FACCIA

Al sig. Presidente di seduta, a tutti i sigg. responsabili dei movimenti indipendentisti, autonomisti, federalisti, agli attivisti, e al pubblico tutto. Il sig. Francesco Montanino, responsabile stampa per il movimento "Lega Sud Ausonia Libera", nelle scorse settimane mi aveva invitato a quest'importante appuntamento per tutti noi. Purtroppo a causa delle ben note vicende giudiziarie che mi riguardano, non posso essere presente di persona e questo mi rattrista molto. Mi auguro e auspico fermamente che dai lavori che tra breve avranno inizio in questo consesso nasca finalmente una linea unitaria d'intenti con uno spirito di fraterna onestà, leale collaborazione tra tutti i movimenti presenti; al fine di contrastare con efficacia la sempre più accentuata deriva centralista, etnocida, nazionalista dello stato italiano. Le straordinarie esperienze storico culturali dei nostri popoli, delle nostre Patrie, sono una testimonianza incontrovertibile ed eterna di altissima e raffinata civiltà che si contrappongono a 140 anni di brutture unitarie di ogni sorta. Sta a tutti noi lavorare con il massimo impegno e dare l'esempio affinché i nostri popoli privati delle loro secolari identità ritrovino dignità, acquistino consapevolezza di quest'inestimabile patrimonio di valori dando il decisivo contributo a rompere le catene della schiavitù centrali sta che bloccano il cammino verso il vero cambiamento e la libertà delle nostre Patrie e genti.
Nell'augurarvi buon lavoro vi porgo i miei più sinceri e cordiali saluti.
Benevento, 25 01 2003

Presidente del Veneto Serenissimo Governo
Luigi Massimo Faccia