CRESCE
E SI RAFFORZA L'UNITA'
TRA I MOVIMENTI AUTONOMISTI
Alla settima
conferenza programmatica della Lega Sud Ausonia, tenutasi lo scorso 27
settembre a Palermo, si sono dibattuti temi di particolare importanza
come le prospettive dell’autonomismo e le strategie da intraprendere
in vista delle prossime elezioni europee. Un incontro che ha avuto una
valenza ancora più significativa perché svoltosi, in quella
Sicilia dalla forte tradizione indipendentista dove però oggi i
vari movimenti autonomisti che vi sono presenti, non sono ancora riusciti
a trovare quella necessaria unità d’intenti che dia vita
ad un autentico progetto federalista che ne possa risollevare realmente
le sorti.
Qui di seguito
pubblichiamo una sintesi degli interventi che si sono succeduti durante
i lavori della conferenza.
Salvatore Rubino (Commissario provinciale Trapani Movimento
“Noi Siciliani”): “E’ necessario avere le
idee chiare sul tipo di progetto da intraprendere. Se si raggiunge un
accordo basato sulla serietà, allora si possono ottenere risultati.
Dobbiamo andare aldilà dei particolarismi e riflettere piuttosto
sui diritti che il governo Berlusconi sta quotidianamente privando al
popolo siciliano. Si tratta di diritti enormi, come quelli dei pensionati
o dei giovani a cui nessun partito romano riesce a dare una concreta risposta.
Se non superiamo la logica partitica, non si va da nessuna parte”.
Diego Messina (Segretario Movimento “Noi Siciliani”):
“Abbiamo presentato con la Lega Sud Ausonia, una lista che ha
ottenuto un buon risultato alle ultime elezioni. C’è ancora
molto da migliorare perché c’è ancora troppo individualismo.
La proposta è quella di presentare per le prossime elezioni europee
in Sicilia ed in Sardegna, una lista comune con il Partito Sardo d’Azione.
La Sicilia ha bisogno non più di capi, ma dell’amore per
il proprio popolo perché questa è una terra fertile dove
mancano però i lavoratori. Questi lavoratori siamo noi e se vogliamo
liberarci dal giogo dei vari Berlusconi, D’Alema e di tutti i vassalli
che li sono attorno, dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare per un
progetto unico. Una federazione dei movimenti sicilianisti che preveda
l’autonomia individuale di ognuno dei suoi componenti”.
Domenico Corrao (Segretario “Movimenti Sicilianisti”):
“Abbiamo il dovere di formare una nuova classe politica, che
sia staccata dalle logiche centraliste. La futura classe dirigenziale
dovrà avere un’anima fortemente legata al territorio e basata
su un progetto serio e concreto. I siciliani hanno bisogno di strutture
e non di pubblicità o di opere inutili come il Ponte sullo Stretto
di Messina che ingrassano qualche portafoglio illustre. Non è fantapolitica
proporre la Sicilia come zona franca: pensiamo alla benzina che produciamo
per una quota pari addirittura all’85% e che invece dobbiamo pagare
a caro prezzo. In una logica separata dai partiti di Roma potremmo convertire
la nostra economia industriale, in una che rispetti l’ambiente ed
il territorio. Oggi i partiti che ci rappresentano, si ricordano dei cittadini
solo al momento del voto. Per me, l’importante è costituire
un nuovo soggetto politico che racchiuda tutti coloro si riconoscano nel
sicilianismo, inteso anche come tradizioni e cultura. Il tutto inteso
in un progetto meridionalista di ampio respiro”.
Enzo Maiorana (Consigliere Provinciale Caltanissetta
“Nuova Sicilia”): “Ritengo che la Sicilia non possa
più permettersi il lusso di avere una classe politica rapace che
non ha fatto altro che derubarla. Dobbiamo pretendere un cambiamento di
rotta nella politica economica del governo che si deve ricordare del Mezzogiorno.
Ma prima è necessario entrarci in questo governo: per far ciò
bisogna staccarsi dalla solita logica destra – sinistra che contraddistingue
questo sistema elettorale maggioritario”.
Franco Pirretta (Partito Sardo d’Azione): “Nel
1994 abbiamo partecipato alle elezioni europee né con la destra,
né con la sinistra ottenendo ottimi risultati. Dobbiamo proseguire
su questa strada intrapresa insieme a valloni, fiamminghi, savoiardi che
ha dato vita ad un vero e proprio soggetto politico europeo. È
però necessario creare adesso un soggetto politico che si batta
a livello non solo europeo, ma anche italiano e regionale. Si tratta di
un’operazione abbastanza difficile. Nel caso specifico, vogliamo
condurre la Sardegna all’indipendenza. Siamo pronti come movimento
sardista a dare il nostro contributo su quei temi che ci accomunino con
gli altri movimenti autonomisti. Le elezioni europee ormai sono dietro
l’angolo ed è indispensabile organizzarsi, raccogliendo le
firme necessarie per presentare una lista. Stavolta molto probabilmente
non ci presenteremo con la nostra gloriosa bandiera raffigurante i “quattro
mori” bensì con il simbolo dell’A.L.E. (Alleanza Libera
Europea, n.d.a.), in vista della Convenzione del 2009. Siamo già
presenti a Strasburgo da alcuni anni, ottenendo ottimi risultati come
ad esempio il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta per
alcuni prodotti tipici. Ognuno di noi ha dei problemi diversi, legati
al territorio di appartenenza. Se vogliamo presentarci alle prossime elezioni
europee sotto un’unica lista o facciamo qualcosa di concreto o sarà
del tutto inutile”.
Nino Amico (“Partito Siciliano d’Azione”):
“Ce l’ho con Bossi perché ha assassinato l’originario
progetto federalista, non mettendosi alla testa di un movimento autonomista
su scala nazionale, sulla base dell’equità dei rapporti e
sulla comprensione del fatto che alcune Regioni devono avere un accettabile
livello di occupazione e di benessere. Bossi non ha capito che lo stato
centralista può essere sconfitto soltanto con un grande movimento
popolare, e non invece come ha poi fatto emarginando il Sud, la Sicilia
e la Sardegna che avrebbero potuto dargli un grosso sostegno. È
bene capire che senza il sostegno del Mezzogiorno, della Sicilia e della
Sardegna questo stato centralista ce lo ritroveremo ancora avanti per
chissà quanto tempo ancora. Sino a quando Bossi si scaglia contro
Roma, intesa come luogo dove esistono queste oligarchie di partiti che
detengono il potere, possiamo anche essere d’accordo. Con questo
sistema infame del maggioritario, alle politiche di due anni fa ci siamo
ritrovati 61 persone della C.d.L. che hanno conquistato i seggi siciliani,
con un’ingente spesa. Per le prossime elezioni europee, se vogliamo
presentarci in un’unica lista, sarà necessario mettere da
parte egoismi individuali. Non avremo pace sino a quando, elettoralmente
parlando, non cacceremo dalla Sicilia, a calci nel sedere, destra e sinistra,
i nostri nemici storici!”
Giacomo Sanna (Segretario “Partito Sardo d’Azione”):
“E’ necessario che i sicilianisti mettano da parte reciproche
diffidenze e differenze e si uniscano per dare vita ad un grande progetto
autonomista. Il sistema politico italiano ha inquinato il nostro vivere
insieme, la libertà d’azione e l’autonomia. Cinque
anni fa abbiamo deciso di andare avanti da soli, in un progetto alternativo
alla destra ed alla sinistra. Abbiamo fatto l’esperienza delle politiche
presentandoci da soli nel 1996, ottenendo un parlamentare che non è
entrato nell’Ulivo, ma ha preferito sedersi fra i banchi del gruppo
misto non sopportando l’atteggiamento arrogante dell’allora
maggioranza di governo di centro – sinistra. Il risultato è
stato quello di aver fatto perdere all’Ulivo diversi collegi in
Sardegna: ciò per ribadire che per noi i patti si stipulano nel
rispetto della pari dignità e non nella prevaricazione e nell’egoismo.
Per non parlare della destra, in cui non si sa con chi parlare! E pensare
che si autoproclamano federalisti! Hanno dato vita al trasformismo più
sfrenato, ingannando la gente! Il centro – sinistra adesso sta cercando
di puntare su Tiscali per vincere le prossime elezioni e per contrastare
il dominio di Berlusconi. C’è il rischio che l’uomo
più ricco, com’è già accaduto con l’attuale
premier, arrivi e detti le condizioni: è una cosa aberrante! La
logica delle comunità ormai viene calpestata quotidianamente e
per evitare il disastro dobbiamo recuperare il contatto ed il dialogo
diretto con la gente. Lo Stato italiano è destinato ad essere sempre
più debole, perché in Europa ormai decidono ciò che
è giusto fare. Ciò sta mettendo in ginocchio realtà
come la nostra, ancora abituata all’assistenzialismo. In Sardegna
non c’è più economia. Non è pensabile che i
siciliani o i sardi debbano essere ridotti a lavorare solo come camerieri!
Le prossime scadenze elettorali rappresentano un’occasione da non
perdere: per questo dico ai siciliani di trovare un accordo, anche se
mi rendo conto che ciò non è facile”.
Pippo Terrana (“Nuova Sicilia”): “Credo che sia necessario
che ciascuno di noi metta in campo i propri valori. Ho messo a disposizione
la mia esperienza politica per un progetto chiamato Sicilia, credendo
che questi valori che ho portato possano servire per governare meglio.
I nostri valori sono quelli legati alla nostra terra, al Sud, all’autonomia.
Dobbiamo portare dalla nostra storia, che è anche fatta di solitudine
per conoscere cosa siamo, chi siamo e dove andiamo. Sapendo che i nostri
valori non possono essere assolutamente collegati alla destra”.
Gianfranco Vestuto (Segretario federale “Lega Sud
Ausonia”): “La nostra stella polare deve restare l’autonomismo,
nella consapevolezza che a livello europeo è possibile trovare
accordi. È probabile che ciò possa rappresentare il primo
passo verso un’intesa salda e duratura fra i vari movimenti autonomisti”.
|